Ultimamente mi sto imbattento in personaggi che, per il loro comportamento poco etico a mio avviso, mi stanno facendo passare la voglia di andare avanti in questa giungla della "creatività" (ndr. parola volutamente virgolettata) . Già in questo post traspariva il mio malessere e avevo accennato all'argomento sebbene non volessi scatenare polemiche. Purtroppo negli ultimi giorni questo malessere si è accentuato a causa di una serie di eventi poco piacevoli. Per fortuna ieri ho parlato con un'amica che condivide le mie idee, e che già in altri momenti della mia vita mi è stata di grande aiuto nonostante all'epoca fosse una conoscenza di tipo virtuale. Dicevo parlare con lei mi ha fatto bene e soprattutto mi ha spronato a non mollare e a continuare per la mia strada fatta di fatica, volontà, impegno, studio ma anche di correttezza ed onestà.
Ecco perchè oggi vorrei parlare di un pricipio che ritengo essere imprescindibile in questo mondo in cui tutti ultimamente ci vogliamo sentire ed essere creativi ad ogni costo: "CITARE LA FONTE" è segno di rispetto. Partendo dal presupposto che in questa epoca siamo bombardati d'informazioni e d'immagini, a volte chi crea un oggetto che sia il gioiello, l'abito e quat'altro può essere incosapevolmete influenzato da qualche cosa che ha visto e che a livello coscio non ricorda ma che gli è rimasto sicuramente impresso. Poi se vogliamo dire anche che le forme sono forme, e ne possiamo ovviamente disporre tutti, è normale che quando creiamo qualcosa possa anche assomigliare a quello di un altro creatico, meno normale è quando consapevolmente copiamo e non rendiamo merito a chi prima di noi ha fatto quella cosa. Sarà anche vero che l'imitazione è la più sincera delle adulazioni ma, quando dietro a questo ci sta pure la furbizia e mezzucci poco trasparenti, a me sembra solo che ci sia una gran voglia di scavalcare e approfittare degli altri, altro che adulazione! Non capisco poi la voglia di sentirsi creativi a tutti i costi che vedo spopolare nella blogsfera e nel mondo in generale: se non abbiamo una certa dote non dobbiamo "fare" per forza, perchè usare certi mezzi non è essere creativi ma solo furbetti!
Detto ciò, per restare coerenti con la discussione, oggi vi faccio vedere un paio di orecchini che non sono esattamente nel mio stile, ma ho voluto provare a farli dopo aver visto un tutorial della creativa americana Keirsten Giles, forse più nota ai più per il blog The Cerebral Dilettante . Ecco la mia versione dei suoi Tulip che io ho chiamato Iris.
A presto...
Oggi ho deciso di fotografare i lavori che ho realizzato dopo il corso Alessia di cold connections del 26 gennaio. Nonostante il tempo non sia migliorato, ha smesso un po' di piovere ma la luce non è ancora ottimale per le foto, mi sono stancata di aspettare e ho fotografato. Volevo pubblicare questi due modelli di orecchini che sono le mie prime prove di rivettatura a casa dopo appunto il corso. Un paio in ottone...che devo dire uso poco perchè non sempre mi piace, e un paio in rame.
Devo dire che rivettare mi da proprio una gran soddisfazione (forse l'ho detto già con qualsiasi nuova tecnica che abbia appreso fin ora) non solo perchè mi permette di unire più componenti assieme, ma anche perchè trovo che sia anche decorativa...e qui ve ne do prova...
Il paio in ottone l'ho chiamato Klimt perchè mi ricorda l'oro molto presente nei suoi capolavori (è un artista che adoro) ha una rivettatura di tipo funzionale in quanto serve a
tenere insieme i due cerchi, tra l'altro il cerchio più piccolo è stato un po' scurito a fiamma per creare un po' di contrasto....purtroppo nella foto non si noto molto.
Il secondo paio in rame si chiama Bouclier ed unisce in sé la tecnica del foldforming, con cui sono state realizzate le pieghe tra l'altro non perfettamente identiche, e la rivettatura
puramente decorativa in questo caso realizzata in crescendo con
un rivetto in ottone, un rivetto in alluminio e un semplice foro.
A presto...